LE NOSTRE INTERVISTE

Intervista alla poetessa Alessia Lombardi
Buongiorno Alessia, parlaci della tua opera "Le chiavi", come nasce?
Buongiorno a Voi; e grazie per l'attenzione che state dedicando al mio libro. Il progetto de "Le chiavi" nasce in un periodo particolarmente intenso, della mia produzione artistica: nel 2019 lavoravo settimanalmente in studio di registrazione, ad un concept album ispirato alle "Murder Ballads" di Nick Cave & The Bad Seeds. Lavoravo cioè a stretto, diretto contatto con spunti relativi alla morte - all'omicidio, al suicidio - alla malattia mentale. All'attrazione erotica "indiscriminata". Avevo la mente sovraesposta; che per "difendersi" elaborava flussi di pensiero apparentemente illogico - o prelogico - disordinato, che dovevo assolutamente, necessariamente tirare fuori. Ho scoperto così, in questo modo forse poco ortodosso, la mia vera identità poetica. Autentica. Senza sovrastrutture. Questi testi sono perciò le "chiavi di accesso" alla mia realtà come artista, come poeta.
Quali sono i temi più importanti della tua poetica?
La mia poetica procede per binomi, che sono sostanzialmente due: amore/morte, assenza/presenza. Da questo dualismo si può trarre tutto il resto della vita. E raccontarlo.
Quali sono i poeti che ami leggere e che in qualche modo influenzano il tuo modo di scrivere poesie?
In
realtà, assorbo letteralmente da qualsiasi cosa. Anche da ciò che non è
propriamente scrittura. Da qualsiasi forma d'arte. «Il maestro è nell'anima/
e dentro all'anima per sempre resterà», direbbe Paolo Conte. Ho senz'altro
dei modelli di riferimento - Leopardi, in primis; Montale, Neruda, Pozzi,
Rosselli - ma ora restano a livello di letture, di "magazzino" per il lessico,
per le idee. Non sono più Maestri da seguire, da emulare. Trovare, costruire la
propria voce è necessario, per lasciare veramente un segno. Essere se stessi è
il primo passo verso l'immortalità. E non parlo di gloria, ma di traccia
costruttiva nella storia dell'umanità, che sia globale o locale, non ha
importanza.
Come concili scrittura e vita privata?
Non c'è nulla da conciliare tra scrittura e vita privata, se la scrittura è la tua vita: scrivo anche quando faccio l'amore! Penso poeticamente, agisco poeticamente, anche quando materialmente non scrivo. È questo il mio unico approccio, l'unico approccio che conosco, alla poesia. Non è un momento preciso, prestabilito, quello della scrittura: è un atto vitale, necessario, continuo. Sembra quasi portarti alla pazzia. Distorce e rende soli, anche in mezzo agli altri. Ma a me serve per vivere.